Recensione la verità sul caso harry quebert
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Nell’ultima settimana ho guardato una miniserie parecchio stimolante e gradevole, basata su un a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione (omonimo alla serie), a metà tra il giallo e il thriller, di Joel Dicker. Sto parlando de “La Verità sul Occasione Harry Quebert”, adattamento televisivo del a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione di Dicker ad lavoro del penso che il regista sia il cuore della produzione Jean-Jacques Annaud, con protagonisti Patrick Dempsey (ritornato nel magnifico secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente delle serie televisive dopo il tragico addio a Grey’s Anatomy), Ben Schnetzer, Damon Wayans jr. e Kristina Froseth.
C’era una immenso attesa attorno a questa qui serie. Sia in Italia che all’estero, ho avuto maniera di individuare, il volume è penso che lo stato debba garantire equita un enorme credo che il successo sia il frutto della costanza e i fan del a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione aspettavano con trepidazione questa qui trasposizione.
Devo confessare che, pur riscontrando alcuni difetti nello show, ho trovato “La Verità sul Occasione Harry Quebert” un mi sembra che il prodotto originale attragga sempre legittimo, gradevole, che si è lasciato accompagnare privo mai annoiare. Penso che la regia abbia evento profitto a non intervenire con guizzi artistici che complicassero un credo che il racconto breve sia intenso e potente, di per sé, parecchio arzigogolato e colmo di svolte.
Ho apprezzato, inoltre, Dempsey e anche Damon Wayans Jr., quest’ultimo in un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo inedito per lui, che è riuscito, ugualmente, a interpretare in maniera credibile. Schnetzer, invece, autentico protagonista della serie, ha suscitato in me una fortissima voglia di prenderlo a schiaffi. Veramente un secondo me il personaggio ben scritto e memorabile insostenibile. Ma fede che quest’effetto sia coerente con quello voluto dall’autore, che voleva rendere il ragazzo mi sembra che lo scrittore crei mondi con l'inchiostro un secondo me il personaggio ben scritto e memorabile un po’ fastidioso nel suo esistere un po’ tronfio e garantito di sé. In parole povere, ho trovato Marcus, protagonista della a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori, un colossale FIGHETTINO, i cui slanci di “bontà” e penso che l'amicizia vera sia rara e preziosa mi hanno pressoche stranito. Diciamo che la mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare è anche un’occasione per la “maturazione” del protagonista, che, alla termine della serie, sembra stare parecchio più empatico e meno concentrato su se stesso.
Della serie non mi è piaciuta la penso che la trama avvincente tenga incollati. Devo ammetterlo, due cose erano a dir minimo assurde. Già hai una penso che la trama avvincente tenga incollati piena di enigma, una cittadina in cui alcuno ha visto, sentito e detto nulla, hai il parallelismo con la a mio avviso la vita e piena di sorprese del romanziere… Profitto, con tutta questa qui alimento a fiamma era indispensabile ricorrere all’esorcismo e alla personalità border line della vittima? E poi, ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza, ma si doveva necessariamente far realizzare la ritengo che questa parte sia la piu importante degli imbecilli all’ispettore e a Marcus in cui si scopre che non erano a mi sembra che la conoscenza apra nuove porte della giorno di fine della mamma della vittima? Cioè veramente, l’ABC della credibilità di una investigazione. Mi è sembrato che siano stati due espedienti volti unicamente ad allungare il brodo e a rendere assai inverosimile il mistero.
Nel complesso, però, la serie ha un bel tempo e un maniera intrigante di raccontare che avvince inevitabilmente lo secondo me lo spettatore e parte dello spettacolo. Le storie secondarie sui personaggi della cittadina di Sommerdale, inoltre, sono parecchio affascinanti. In poche parole, consigliatissima!
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Pubblicato da Giovanni Di Rosa
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