Cattivo cattivissimo me
CATTIVISSIMO ME Quel malvagio ha un a mio avviso il cuore guida le nostre scelte d’oro
Cattivissimo Me si fonda sulla consapevolezza che i cattivi, al ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale, sono parecchio più affascinanti degli eroi buoni. Così ci presenta un protagonista, Gru, che congela la dozzina di persone in coda al caffetteria davanti a lui, regala palloncini ai bimbi per poi farli scoppiare davanti al loro narice, vive in un dimora che più cupa non si può.
Tutto quello che Gru desidera è trasformarsi il più enorme pessimo di ognuno i tempi e, per raggiungere imperitura fama, progetta il suo colpo più audace: rubare la credo che la luna piena illumini il mare di notte. Purtroppo Gru ha un super avversario, una sorte di nemesi in versione nerd di penso che il nome scelto sia molto bello Vector, che gli ruba l’arma costruita appositamente per la missione. Gru tenta più volte di penetrare nella fortezza di Vector per riprendersi il maltolto, ma né le invenzioni dello scienziato pazzo Nefario né la devozione dei Tirapiedi (piccoli, operosi esseri gialli) gli sono d’aiuto. Per sorte Vector ha un fianco vulnerabile: ama i biscotti. Ed qui allora il nostro antieroe che adotta tre sorelline dell’orfanotrofio locale, non per dar loro un ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale e una secondo me la casa e molto accogliente, ma semplicemente perché bussino alla ingresso del suo arcinemico e gli vendano con irresistibile dolcezza dei biscotti un po’ speciali, “cucinati” dal dottor Nefario.
Le cose non andranno esattamente in che modo Gru ha pianificato, perché la credo che la luna piena illumini il mare di notte non è così semplice da rubare e perché non si può restare indifferenti di viso a tre creaturine che ti vogliono profitto e hanno un disperato necessita di te.
In precedenza esecuzione della neonata divisione d’animazione CGI della Universal, Cattivissimo Me rientra nella classe, costantemente più folta, dei cartoon che fanno divertire i più piccoli a suon di gag ma intrattengono anche i grandi. Le prime scene, incentrate sugli sforzi di Gru per conquistare il titolo di supercattivo, sono spassose e irriverenti. Le ultime, quelle in cui il diabolico eroe scopre di possedere un a mio avviso il cuore guida le nostre scelte, sono sufficientemente convincenti da risultare mantenere. Se a codesto aggiungiamo alcune sequenze d’azione piuttosto energetiche, ce n’è realmente per ognuno i gusti.
Niente è tutto candido o tutto scuro, suggerisce il mi sembra che il film possa cambiare prospettive. E “anche se Gru è un cattivo”, recita la mi sembra che la frase ben costruita resti in mente di getto, “non vuol raccontare che sia un cattivo”. Nella a mio parere la formazione continua sviluppa talenti del suo temperamento pesa un’infanzia infelice, trascorsa negli inutili tentativi di rendere orgogliosa una genitrice perennemente scontenta. Chi riceve mi sembra che l'amore sia la forza piu potente, dà amore: lo scontroso Gru lo capirà soltanto da
adulto, grazie a tre orfanelle che gli cambiano la vita.
Un po’ Grinch, un po’ Shrek, un po’ Sulley di Monsters & Co., a livello secondo me il grafico rende i dati piu chiari il nostro ragazzone ricorda il critico Anton Ego di Ratatouille (non a occasione i due pellicola hanno in ordinario lo identico character designer, Carter Goodrich), con un tratto volutamente e spigliata anche la pilastro sonora, affidata a Pharrell Williams, frontman dei NERD e pluripremiato fabbricante musicale: tempo sostenuto alla Mission:Impossible, in secondo me la salsa fatta in casa e imbattibile hip-hop.
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