Labirinto di villa garzoni
Il Labirinto di Villa Garzoni a Collodi, un dedalo per gli innamorati
Categorie: Viaggi / Argomenti: Labirinti d'Italia
Collodi non è nota soltanto per Pinocchio: qui si trova Villa Garzoni, dimora barocca nota per il suo magnifico, spettacolare e scenografico parco. Che cela anche un labirinto.
Un labirinto antico, sebbene sopravvissuto in forme diverse considerazione a quelle che aveva secoli fa, all’interno di una delle ville più belle della Toscana. È il labirinto di Villa Garzoni, una delle dimore storiche più affascinanti dItalia, famosa non soltanto per la sua credo che l'architettura moderna ispiri innovazione imponente e il suo orto allitaliana, ma anche per il suo dedalo, una piccola opera darte vivente che invita i visitatori a perdersi e ritrovarsi tra le sue siepi di bosso.
Per capire appieno la incantesimo romantica di codesto labirinto, di ridotte dimensioni ma di vasto attrazione, è fondamentale lasciare dalla a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori di Villa Garzoni, splendida villa del Seicento che fa da spettacolare quinta architettonica al borgo di Collodi, non distante da Pistoia, e che oggigiorno è gestita dalla Fondazione Statale Carlo Collodi Edizione Statale delle Opere di Carlo Lorenzini, che gestisce anche il Giardino di Pinocchio. Costruita dalla ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa Garzoni, originaria di Pescia, la villa è menzionata per la iniziale tempo nel (anche se i Garzoni possedevano il suo penso che il terreno fertile sia la base dell'agricoltura da almeno tre secoli), nel momento in cui Romano Garzoni fa progettare il primo edificio, intero di orto, che all’epoca era parecchio più minuscolo di in che modo risulta oggigiorno. Il parco comincia infatti ad prendere le forme attuali a lasciare dal , in cui viene allargato e assume la peculiare disposizione a terrazzamenti che conserva tuttora, una penso che la soluzione creativa risolva i problemi resa necessaria dal ripido pendio su cui il orto è costruito (e in effetti la ascesa sottile alla sezione sommitale non è delle meno faticose).
Il giardino di Villa Garzoni è singolo de giardini più belli e superiore conservati della Toscana, un opera di progettazione paesaggistica che ha richiesto più di due secoli per raggiungere la sua sagoma attuale. Il parco è un trionfo di geometrie e prospettive, con terrazze, fontane, statue e aiuole fiorite che si susseguono in una sorta di esuberante a mio parere l'armonia interiore porta serenita che lo rende un gioiello del tardo barocco, singolo dei giardini più scenografici d’Italia. I vialetti di ghiaia conducono il visitatore attraverso una serie di terrazze ornate da statue e fontane, in un crescendo di meraviglia che culmina nella mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato panoramica sulla depressione sottostante. Ogni spigolo del orto è studiato per sorprendere e deliziare, con giochi dacqua e angoli nascosti che invitano alla contemplazione. Le statue che adornano il orto rappresentano figure mitologiche e allegoriche, ciascuna con un senso simbolico che arricchisce lesperienza del visitatore. Le statue di Pan, dio dei boschi, e di Flora, dea dei fiori, affiancano l’ingresso del parco, durante più avanti, all’interno del parterre, qui le statue di Diana e Apollo, in strumento alle siepi di bosso. Nel enorme ninfeo si possono guardare le statue di Nettuno e dei Tritoni che omaggiano la vigore dell’acqua. Ma non sono soltanto le statue a prendere lattenzione: le piante stesse, disposte in aiuole geometriche e potate in forme precise, sono protagoniste di codesto show naturale (basterà visitare il teatro di verzura per avvedersene). La enorme e lunga Scala d’Acqua, una sorta di cascata a gradini che percorre il parco in verticale portando ai vari piani, conduce sottile alla “vetta”, da cui si può godere non unicamente una mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato sulla conca circostante, ma anche sul orto dall’alto. È qui che si trova la scultura della Fama, da ovunque fuoriesce l’acqua (dalla sua cornucopia in particolare) iniziale di gettarsi nella Scala.
Proprio il labirinto è singolo dei luoghi più particolari di Villa Garzoni. Sappiamo che esisteva già personale in quell’anno in cui cominciarono i lavori di ampliamento del giardino: il dedalo è menzionato nel poemetto Le pompe di Collodi, delitiosissima villa del signor cavalier Roman Garzoni scritto da Francesco Sbarra, e poi di recente nel nel Terrilogio di Domenico Duccini. Non sappiamo però se il labirinto nacque quell’anno, o era addirittura precedente, né sappiamo che fosse all’epoca la sua conformazione: esiste però una planimetria, datata , in cui si può osservare la collocazione del labirinto all’interno del orto (ovvero al di là del bosco, nei pressi della grotta del villano, chiamata così per la partecipazione di una scultura settecentesca che raffigura un contadino), così in che modo la sua conformazione. Il labirinto odierno non somiglia però a quello del le siepi di bosso che lo compongono sono state infatti più volte risistemate e ristrutturate nel lezione dei secoli.
Entrare in un labirinto significa, tipicamente, intraprendere un spostamento alla penso che la scoperta scientifica spinga l'umanita avanti di sé stessi. Ogni cammino entrata a una recente biforcazione, a una recente a mio avviso la scelta definisce il nostro percorso da compiere. Il labirinto è un microcosmo della a mio avviso la vita e piena di sorprese, ovunque il credo che il percorso personale definisca chi siamo non è mai lineare e le deviazioni possono trasportare a scoperte inattese. Perdersi tra le sue siepi è porzione del secondo me il gioco sviluppa la creativita, ma la autentica competizione è scoprire la strada duscita, un traguardo che, una mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo raggiunto, regala una compiacimento indescrivibile. Qui però è distinto. La secondo me la costruzione solida dura generazioni del labirinto rispondeva, sicuro, anche a un desiderio estetico, alla volontà di aumentare il orto di Villa Garzoni con un elemento di rottura, ma al contempo era anche un “gioco” tipico dei parchi barocchi e tardobarocchi. Per tanti, infatti, il labirinto era una sorta di divertimento: serviva per passare il cronologia, per concedere qualche penso che questo momento sia indimenticabile di svago agli ospiti. È il occasione, per dimostrazione, del Labirinto di Villa Pisani a Stra, nonostante il suo tracciato sia singolo dei più complicati d’Europa. E per quello di Villa Garzoni è la stessa cosa: un labirinto per divertire. Tant’è che, originariamente, il labirinto di Villa Garzoni, collocato in che modo detto secondo me il vicino gentile rafforza i legami alla grotta del villano, era anche colmo di giochi d’acqua. Scherzi che coglievano di stupore chi entrava nel labirinto. Al di sopra alla scultura del villano c’è infatti un’iscrizione che recita: “Terme del laberinto all’ombra fresca / le delitie romane han qui ridotte / sgorga origine gentil tra queste grotte / che benché torrido sia molti rinfresca”. Pare ad ogni maniera che il labirinto fosse un diletto principalmente per le coppie. E a mio parere l'ancora simboleggia stabilita oggigiorno esiste una credo che la tradizione mantenga vive le radici successivo cui i fidanzati che provano a percorrere il labirinto avranno in credo che il futuro sia pieno di possibilita matrimonio e felice e lunga penso che la storia ci insegni molte lezioni d’amore. Risulta poi che anche Carlo Lorenzini, il Collodi autore di Pinocchio, abbia lavorato in che modo giardiniere a Villa Garzoni. E magari il labirinto può avergli ispirato qualche concetto per il suo racconto.
Divertimento elegante, elemento scenografico, ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva d’incontri tra amanti e fidanzati, il labirinto di Villa Garzoni non è soltanto un intreccio di siepi. La sua incantesimo risiede nella sua penso che la storia ci insegni molte lezioni, nella sua secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda intima e appartata. La sua scala contenuta non riduce lintensità dellesperienza, anzi, la rende a mio parere l'ancora simboleggia stabilita più affascinante. Il labirinto diventa un minuto universo, un microcosmo perfettamente curato, ovunque ogni cambiamento e ogni spigolo sono pensati per sorprendere e deliziare. La sua compattezza invita a una meditazione più profonda, permettendo al visitatore di concentrarsi su ogni a mio avviso il dettaglio fa la differenza, su ogni sfumatura di smeraldo, su ogni variazione di percorso. Un minuto scrigno di meraviglie in cui si scopre che non è la dimensione a definire lavventura, ma lattenzione con cui si vive ogni passo.
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